Sicurezza del lavoro isolato: differenze e affinità con il lavoro comunitario
Quando si pensa alla necessità di garantire la sicurezza del lavoro isolato è facile immaginare situazioni di rischio particolarmente importanti – come quelle approfondite negli articoli legati al lavoro in quota, in spazi confinati o situazioni a rischio aggressione. Come ogni lavoro, però, la maggior parte degli incidenti e delle emergenze avvengono in contesti lavorativi comuni e hanno una gravità ridotta. Tuttavia, vengono complicati dalle difficoltà di intervento dei soccorsi. Vediamo dunque quali possono essere le fonti di rischio e come operare a protezione del lavoro isolato.
Innanzitutto facciamo alcune precisazioni per meglio inquadrare il tema della sicurezza del lavoro in solitudine o lavoro isolato. Il lavoratore è isolato se non è visibile e/o udibile dagli altri, indipendentemente dalla sua effettiva distanza da altre persone. È dunque da ritenersi isolato anche un operatore addetto al controllo di una linea di produzione in una fabbrica in cui siano attivi altri operai, qualora la sua posizione e la rumorosità del luogo rendano ad ogni effetto impossibile la comunicazione. Si tratta di una condizione non necessariamente permanente, ma può sopravvenire anche in funzione di particolari esigenze lavorative, come nel caso in cui un picco di lavoro richieda ad un addetto di continuare l’attività anche oltre il normale orario di lavoro. Con queste premesse, è evidente come il tema della protezione del lavoro isolato sia abbastanza comune nel mondo produttivo.
Detto ciò, anche le cause e le tipologie di infortunio sono quelle già note per il lavoro in condizioni comunitarie: scivolamenti su superfici sdrucciolevoli o non piane, non corretto utilizzo (o non utilizzo) di misure di sicurezza di macchinari ed impianti, errata gestione dei carichi, oltre a malori di diversa entità e malfunzionamenti tecnici. La reale differenza è legata alla gestione di queste emergenze. Basti pensare al caso banale di una serratura non funzionante o di un ascensore che si ferma con il lavoratore isolato a bordo: entrambi incidenti di importanza secondaria, ma che potrebbero bloccare la persona per diverso tempo se non correttamente gestiti.
Perché sia garantita la sicurezza del lavoro isolato, due sono infatti gli elementi fondamentali: la disponibilità di un adeguato sistema di allarme , capace anche di rilevare autonomamente eventuali segnali di pericolo e inviare una segnalazione d’allarme automatica, e una formazione in grado di mettere il lavoratore nelle condizioni di sapere quali sono i corretti comportamenti da tenere in riguardo agli eventi che hanno scatenato la situazione di d’emergenza.